La spiritualità africana è come una filosofia di vita, non è una religione, è un modo di vivere in armonia con la natura e nel rispetto delle leggi della natura.
La spiritualità africana è basata sulla natura.
Perché la nostra spiritualità è basata sulla natura?
Perché noi crediamo che quello che si chiama Dio è prima di tutto il risultato dell’unione del maschile e del femminile.
Quel risultato viene chiamato “l’insuperabile”, perché è una somma di due unità unite fra loro – il maschile e il femminile. Quella somma lì viene chiamata “l’insuperabile”.
Nella nostra lingua Dio si definisce l’insuperabile, si chiama Mawu, è rappresentato da quei due serpenti lì.
Per noi l’energia è quella.
Crediamo che Dio è tutto e tutto è Dio.
Dio è ogni particella e tutto l’insieme delle particelle fa Dio.
Quindi per noi Dio non è un’entità esterna, non è in alto o da qualche parte, ma è quello che viviamo quotidianamente.
Con la natura, con l’acqua, con il fuoco, con la luce, con il sole, con la luna, le stelle, l’aria che respiriamo, la terra sulla quale camminiamo.
Quindi per noi tutto questo insieme fa Dio.
Ora perché ci definiscono animisti?
Perché quando si parla di spiritualità africana alcuni dicono “sono animisti”?
I primi esploratori inglesi hanno visto i nostri antenati fare un rituale davanti all’albero, all’acqua e hanno pensato che noi crediamo che ci sia Anima nelle cose, lì.
In realtà ce l’hanno un’Anima. Perché se Dio è tutto e tutto è Dio, significa che Dio vive in ogni cosa.
Quindi cosa fa sì che noi andiamo a fare un rituale davanti all’albero o a un fiume?
Quella parte di Dio che si manifesta lì, è quella parte di Dio che andiamo ad attivare.
La chiamano spiritualità africana perché l’Africa è, ancora oggi, il luogo dove si può trovare questo tipo di spiritualità.
Per questo molti la chiamano spiritualità africana.
Ma in realtà non è una spiritualità solamente africana: è una spiritualità universale.
È stata etichettata come africana perché è una spiritualità che attrae e allo stesso tempo spaventa.
Ovviamente a tutti, quando si parla di spiritualità africana, la prima cosa che viene in mente sono le bambole trafitte da spilli.
Quella però non è spiritualità, è magia, che esiste dappertutto.
Perché (la spiritualità africana) è una spiritualità universale?
Ho viaggiato molto e conosciuto molti spiritualisti in giro per il mondo.
Quando ero in Puglia, a Lecce, gli anziani si ricordavano che ah, quando erano bambini, si facevano queste cose qua.
Si facevano, e adesso non si fa più. Vuol dire che la cosa non è solo africana, è di tutti.
Magari noi la chiamiamo in un modo, gli altri la chiamano in un modo.
Ma è la stessa cosa che si fa. Solo che noi abbiamo ancora il contatto diretto.
Ad esempio se prendo uno adesso e gli dico: “andiamo al lago a pregare”, dirà: “Ma questo qua è normale? A pregare non si va al lago, si va alla Chiesa, no?
Quindi questa è magari la piccola differenza.
C’è chi crede nella Madonna, io credo in Mami o in Sikà, che è sempre l’energia femminile, che rappresenta.
Quindi è una cosa unica, è come uno specchio spaccato, ognuno prende un pezzettino e gli dà il nome che ha dato allo specchio, a quel singolo pezzettino.
Quindi la spiritualità africana è quello.
PS: a raccontare la spiritualità africana è Calixte Kokou Hountondji, sciamano togolese, durante l’inaugurazione della Casa dell’Anima del 19 novembre 2023.